Politica

Armao: “Cantone sanzioni subito le violazioni dell’anticorruzione in Sicilia”

Una lettera indirizzata al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, per chiedere di intervenire tempestivamente “in ordine alle gravi e reiterate violazioni della normativa attuativa della legge anticorruzione 190/2012 da parte della Regione siciliana ed enti da essa partecipati”.

Autore dell’epistola è Gaetano Armao, docente di diritto Amministrativo dell’Università di Palermo e già assessore regionale all’Economia della giunta Lombardo, che con gli  studenti delle classi di Diritto Amministrativo Europeo e di Diritto Amministrativo e Contabilità Pubblica ha realizzato uno studio in merito alla mancanza di trasparenza che coinvolge l’intera amministrazione regionale. Armao non è nuovo ad iniziative del genere. Già lo scorso anno aveva inviato alla stessa Autorità analoga richiesta d’intervento, ma è rimasta lettera morta.

“Corre obbligo- scrive- di evidenziare che tale segnalazione, insieme ad altri esposti relativi alla Regione siciliana erano già stati prodotti a codesta Autorità che sino ad oggi ha ritenuto di non svolgere alcun tipo di intervento specifico, determinando in tal guisa l’incancrenirsi di gravi e reiterate violazioni di legge. Sono certo- prosegue- che l’avvento della sua presidenza consentirà di offrire una svolta alla gestione di un’autorità che sino ad oggi ha operato non corrispondendo appieno alle aspettative dei cittadini”. Accuse pesanti quelle rivolte dall’ex assessore anche all’Anac, rea a suo avviso di avergli fornito risposte tardive “mi hanno risposto solo dopo mesi- spiega al Moderatore- coprendo così le malefatte della Regione. Mi auguro che con la presidenza affidata ora a Cantone si cambi verso. Non si dice così ora?”.

Le gravi violazioni denunciate da Armao sono inserite pure nel “Rapporto sull’Open Government in Sicilia” illustrato al Dipartimento Dems dell’Università del capoluogo siciliano e fanno riferimento in particolare alla deficitaria pubblicazione delle informazioni sulle decisioni e sui costi degli organi politici (non sono pubblicati in rete, ad esempio, la gran parte dei provvedimenti degli organi del governo regionale, se non quelli pubblicati sulla GURS) e negli enti e società partecipate. Siamo ben lontani dal veder applicata la normativa anticorruzione e la trasparenza totale.

Sono stati esaminati fino al 31 dicembre 2013 tutti i siti dei diversi Dipartimenti dell’amministrazione regionale e di alcuni enti (IRSAP, Asp Palermo, Camera di commercio di Enna) e società partecipate (Irfis., Ast S.p.A., Gesap. S.p.A.) da Regione ed amministrazioni locali.

Il rapporto evidenzia la sostanziale opacità delle informazioni, spesso datate o incomplete, lo scarso utilizzo degli open data, l’inesistente bidirezionalità. Gran parte delle prescrizioni della normativa sulla trasparenza totale risultano disattese, mentre, tranne alcune eccezioni, quando sono complete recano obsoleti risalenti al 2012 o, addirittura, al 2011.

Particolarmente allarmante la situazione delle società partecipate che si sottraggono per molti versi all’attuazione della normativa sulla trasparenza, la 33/2013. Poche e lacunose informazioni sui cosiddetti costi della politica e sugli adempimenti connessi.

Non meno ‘ermetica’ appare la situazione dell’Irfis S.p.A. o dell’AST s.p.a. (In violazione delle circolari regionali e della circolare Ministero. P.A. 2/2013). Ritardi sono stati rilevati anche nell’applicazione del d.lgs n. 39/2013 e delle previsioni sostitutive.

E ciò, nonostante la Sicilia abbia, per alcuni versi, anticipato il legislatore statale con il Codice antimafia ed anticorruzione approvato nel 2009, l’adozione del Piano regionale per l’innovazione tecnologica (Pitre, nell’ambito del recepimento del codice dell’amministrazione digitale) e l’elaborazione di un articolato assetto di open data nel 2011-12.

“Quel che la rende ‘aperta’ oggi non è la presenza dei cittadini nei luoghi nei quali si assumo le decisioni (diretta o via streaming)- chiarisce Armao- ma piuttosto il fatto che le istituzioni elettive e gli eletti possano essere giudicati in termini concomitanti da persone, associazioni, imprese attraverso gli strumenti dell’open government.

La trasparenza totale ed i dati aperti (open data) rappresentano presidi di legalità ed efficienza ai quali le amministrazioni non possono sottrarsi poiché costituiscono la nuova frontiera dei diritti di cittadinanza e della democrazia partecipativa.

La rete, se coniugata agli strumenti dell’Amministrazione aperta (Open government), diventa uno straordinario strumento di controllo da parte dei cittadini per contrastare inefficienze, corruzione e mala amministrazione, di trasparenza e di partecipazione”.

E’ stata anche analizzata l’applicazione che hanno avuto le previsioni della normativa anticorruzione e del conseguente decreto applicativo (l. n.190/2012 e d.lgs. n. 33/2013) in materia di trasparenza amministrativa nell’amministrazione regionale siciliana e nei principali organismi partecipati (enti e società).

L’Italia, infatti, analogamente a quanto previsto nell’ordinamento europeo e sulla base di importanti esperienze straniere – prima tra tutte la Open Government initiative dell’Amministrazione Obama -, ha varato una codificazione degli obblighi di pubblicità e trasparenza delle amministrazioni pubbliche, introducendo importanti modifiche al previgente regime riconoscendo un diritto generalizzato del cittadino all’informazione amministrativa ed alla fruibilità dei dati, rafforzandone i connotati di struttura di servizio per la collettività e le imprese.

Marina Pupella

Informazioni su Gaetano Armao

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